edi(p)po: apoteosi di un imbecille
drammaturgia e regia Massimo Finelli
interpreti Patrizia Eger , Giuseppe Giannelli, Michelangelo Esposito, Giovanni Esposito, Daniele Sannino, Gianluigi Montagnaro, Claudia Scuro
musiche originali Duilio Meucci
costumi Esther Varriale
tecnico luci Giuseppe Mastelloni
grafica, video, elementi scenografici exstudio
Edipo: Perché rinviare è meglio che aspettare?
Giocasta: Perché ogni attesa anticipa l’agire e non intendiamo smuovere le acque. Il rinvio è mèntore dello stallo e insegna che ogni questione non affrontata si risolve da sé.
Edipo: E’ vero?
Giocasta: No, ma è preferibile che lo credano.
Anteprima TACT Festival – Teatro Stabile Sloveno – Trieste – 26 maggio 2017 | Prima Teatro TRAM 16-19 novembre 2017 |
Repliche Teatro NEST (Na), Festival Sui Sentieri degli Dei (Agerola – Sa), Museo del Sottosuolo (Na)
recensione di Giovanni Luca Montanino su Sipario.it:
“Edipo Re è un dramma familiare sublime, nel senso di bello e mostruoso, dove passioni viscerali e incontrollabili si mescolano alla violenza inaudita e dove addirittura il ruolo dei figli si sovrappone a quello degli amanti. Da tanta poesia (e da altrettanta sofferenza) può forse nascere una farsa, di quelle che assistendovi, dimenticando per un attimo la ben nota storia, ci si sorprende a sorridere di divertimento? Ebbene, il drammaturgo e regista Massimo Finelli raccoglie con successo la sfida di trasformare la saga tebana in una commedia.
Nella tragedia di Sofocle Giocasta si toglie la vita (appresa la drammatica verità dell’incesto), mentre Edipo si acceca e si auto-condanna all’esilio. Entrambi, insomma, scelgono l’ammissione di colpa e l’espiazione estrema. Nella farsa, invece, i sovrani grotteschi non si fanno carico dei problemi che affliggono la città, ma tirano a campare (come molti dei governanti oggi) e fanno i finti tonti.”
Vai alla recensione completa su sipario.it
sinossi
E’ una riscrittura in chiave farsesca dell’Edipo Re. L’assunto di partenza è l’irreperibilità ai giorni nostri del dittico potere/responsabilità. L’obiettivo del novello Edipo è questo: evitare ogni responsabilità, rimandare quanto è possibile la soluzione dei problemi, tirare a campare.
La vicenda inizia con la peste e il tentativo di scoprirne le cause tramite i vaticinii riportati da Creonte, andato per suo conto all’oracolo di Delfi.
Anche Edipo Re comincia così, ma la nostra storia prende una diversa piega molto in fretta: Creonte cade da cavallo alle porte di Tebe, appestato anche lui. Il solo messaggio che riesce a verbalizzare è oscuro e tutto da interpretare: “tre soli fonemi articola il caduto…A…I…O!”
Tutto inizia e finisce con profezie male interpretate o volutamente distorte. Restano in ballo le questioni poste dall’originale di Sofocle, ma date le premesse cambieranno le soluzioni.
Edipo finirà come molti capi del nostro tempo: dall’assoluta inconcludenza alla glorificazione per eccesso di dabbenaggine dei sudditi. Alla fine tutti felici e contenti, come in ogni farsa che si rispetti, in attesa che la peste si risolva da sé: un classico del nuovo millennio.